Questa malattia infettiva, acuta e contagiosa dell’ infanzia nota anche come tosse convulsiva, canina o asinina che si presente in forma epidemica, è causata da un batterio gram-negativo e cocco-bacillo Bordetella pertussis, che si diffonde attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse.
Dopo un periodo d’ incubazione di 7 – 14 giorni, si manifestano un leggero aumento della temperatura , tosse raffreddore e perdita dell ‘ appetito. La tosse peggiora, specialmente di notte, e alla fine di ogni accesso il bimbo emette una specie di “urlo” caratteristico.
Al termine dell’accesso può comparire vomito e le condizioni generali del piccolo paziente possono essere molto compromesse. La malattia può essere trasmessa per 21 giorni dopo l’ inizio della fase degli accessi, ma può durare anche per mesi. In molti casi, i sintomi possono ripresentarsi anche in seguito, quando il bambino viene colpito da raffreddore o da bronchite.
Attenzione: quando un bimbo contrae la pertosse, è necessario l’ immediato intervento del medico, poichè questa malattia può in alcuni casi, rivelarsi anche piuttosto grave. Tra le eventuali complicazioni, ci possono essere disidratazione (come conseguenza del vomito), polmonite ed encefalite (infiammazione del cervello).
Cosa fare
In genere viene consigliata la vaccinazione contro la pertosse, nonostante il rischio di effetti collaterali, che comunque sono di norma meno pericolosi della malattia stessa e delle sue possibili complicazioni. Il vaccino della pertosse è di solito associato ai vaccini contro la difterite e il tetano. E’ tuttavia possibile che il medico sconsigli l’ immunizzazione per bambini che soffrano di epilessia (o hanno genitori epilettici) o che hanno subito lesioni cerebrali durante il parto.
E’ opportuno evitare la vaccinazione se il bambino ha la febbre o non è in buone condizioni di salute per altri motivi. L’ aver contratto la pertosse, di solito, garantisce l’ immunità per il resto della vita.
Durante la malattia il medico può prescrivere un ciclo di antibiotici che possono ridurre l’ intensità della malattia stessa.
Dovrebbero venire somministrati molti liquidi, specialmente nei casi in cui sia presente il vomito, e di evitare il consumo di latticini e i pasti abbondanti, dosi regolari di antipiretici(per esempio, paracetamolol), allo scopo di abbassare la febbre e alleviare il malessere, e infine farmaci specifici per la tosse. L’ esposizione al fumo di sigarette peggiora notevolmente la tosse. A discrezione del medico curante può essere anche necessario il ricovero ospedaliero, se le condizioni generali di salute del paziente sono molto scadenti.