Parte utilizzata della pianta: il frutto
Il cardo mariano viene ancora chiamato cardo Notre-dame perché una vecchia leggenda attribuisce le chiazze bianche della foglia a delle gocce di latte della vergine. Il suo uso tradizionale ed empirico nei disturbi del fegato è stato provato scientificamente grazie alla messa in evidenza di un principio attivo chiamato silimarine.
Esso esercita un’azione diretta sulle cellule del fegato in quanto le rigenera e combatte le sostanze epato-tossiche (alcool o altri veleni di origine alimentare). E’ un epatoprotettore, ( prtotegge il fegato ) i frutti del cardo mariano sono utilizzati anche come emostatici e tonici vascolari.
Il cardo mariano è indicato nelle condizioni di sofferenza organica e funzionale, e può essere usato con successo nelle epatiti da cause tossiche nella cirosi epatica e nelle epatoterapie croniche. Si trova in tintura madre, compresse e in tisana
Si usa per: insufficienza epatica, cirrosi epatica, alcolismo,epatite virale, intossicazione alimentare, emorragie di diversa origine.